mercoledì 27 febbraio 2008

Kathmanduemilaeotto


Ve la racconto : contro l' insistenza locale del tassista che dall' aeroporto mi porta verso il centro citta', con tono deciso e un poco "nervetto" ( l' ho detto che non avevo dormito granche' ) rispondo che io ho gia un albergo ad attendermi.
Il nome, la via e quello che mi domanda l' indigeno ( ma porca tro..., l' unico tassinaro che sa bene l' inglese tocca a me il giorno in cui non ne ho di bisogno ?! ) non lo so, "portami davanti all' Himalayan Bank che poi ti spiego io dove girare ".
Arriviamo alla banca, indico la via ( cento metri scarsi ) e, tra le mille cianfrusaglie appese fuori dai negozi sullo stesso lato della Guest House, arriviamo lunghi.

Dai, torno indetro io a piedi a veder se hanno una stanza. Porta chiusa. Insegna smontata.
Domando all' omino che cuce di fronte, che mi riconosce, e la risposta non mi e' nuova.
In tempi non sospetti, due anni or sono, l'idea del gestore era di abbassare la serranda. Troppa noia notturna dal fresco locale adiacente.
Un localino di quelli "locali" : donnine, show, alcool e un andirivieni poco raccomandabile. Hanno vinto loro, ha vinto il governo che da questi attinge rupie a piene mani.

Saluto, torno al taxi... mentre l' omino al volante ha un sorriso bastardo da un orecchio all' altro.E' dal terminal che mi domanda se ho una sistemazione !! A costo di non dargliela vinta pago oro, mi dico !!

Beh, pago solo poco di piu', la Guest House e' pure migliore e la notte ( e ne ho conferma dato che sono alla seconda ronfata ) si dorme beati senza seccature, musica a palla o ubriachi e zoccole. Bene.