Tenzin Choegyal, segnatevi il suo nome. Scappato dal Tibet con cinque giorni di marcia allucinanti (rigorosamente di notte, un freddo porco e zero equipaggiamento) nel 2004 ha raggiunto Kathmandu e la famiglia della zia che gestiva una pensione (beffa, ora affittata a dei cinesi). Tre mesi per rimediare un passaporto falso, cosa che gli consente di passeggiare (quasi tranquillamente) per la città e di entrare in India. Da lì in poi nessuno fa caso ai suoi documenti, può organizzarsi la vita e provare a cambiarsela. Lo conosco dal febbraio 2006 e a momenti insieme ci sbattonno in gattabuia. Manifestazione pro-Tibet (io aggregato per pura curiosità, son sincero) organizzata con un bilancio di 15o arresti (roba da poco, qualche ora in cella) e qualche bastonata (la polizia qui ha il bastone). Io ero stato invitato a levarmi dalle palle, graziato dalla faccia che mi ritrovo (non da pirla, da straniero !!). Lui, trascorso un pomeriggio in cella, era sparito. Perso di vista. Fino a ieri quando (va te il caso, proprio il dì che avevo indosso la maglia Free Tibet, ora assolutamente censurata qui, vietata ogni riproduzione, bandito tutto ciò che è Cina-against) me lo ritrovo sotto casa. Un tè e due balle, le mie novità e le sue. Io parto domani, lui anche, India e poi Malta. Ha vinto una specie di borsa di studio, un college laggiù (per noi) lo attende e poi vedrà se migrare in Francia, in Spagna o in Italia (vivamente sconsigliato ndr). Non avrei parole per descrivervi quanto sia determinato, sveglio, cazzuto e amante della sua terra, pronto a difenderla e a portare alla luce fatti assurdi che vedono vittima quel suo paese. Secondo me (segnatevelo il nome lassù) prima o poi di lui sentiremo parlare. Passa a trovarmi, amico. (qualche nepalese il mio blog se lo guarda, quando uscirà la mia intervista saranno il doppio, percui evito di pubblicare la sua faccia per intero. Non voglio crear lui eventuali disturbi, non si sa mai. Per i vostri invece... taglio la mia. fatto bene?)